Da Lunedì 5 Ottobre 2015 il Certificato di Proprietà (CdP) dei veicoli scomparirà e verrà sostituito da una ricevuta sulla quale saranno presenti dei codici identificativi del nuovo Certificato di Proprietà Digitale (CDPD), memorizzato negli archivi informatici dell’ACI.
Il nuovo Certificato di Proprietà Digitale non dovrà essere stampato, ma sarà possibile consultarlo in qualsiasi momento recandosi presso uno Sportello Telematico dell’Automobilista, semplicemente indicando le proprie generalità e la targa del veicolo. Se i dati del richiedente coincideranno con uno dei soggetti riportati sul Certificato di Proprietà Digitale, sarà possibile visualizzarlo ed eventualmente dar luogo alla formalità richiesta (passaggio di proprietà o voltura, radiazione, ecc.).
Il nuovo Certificato di Proprietà Digitale porta una “rivoluzione” nel campo documentale dei beni mobili registrati, rendendo di fatto non più necessario detenere un documento che attesti la proprietà del bene stesso, proprio perché per definizione un documento digitale non può essere materiale, quindi non può neanche essere perso. E qui la novità. In caso di smarrimento della ricevuta che sarà consegnata a seguito di una qualsiasi formalità, non sarà necessario sporgere denuncia né richiederne un duplicato. Secondo fonti ACI sono circa 300.000 le denunce che ogni anno vengono sporte dai cittadini per lo smarrimento del vecchio Certificato di Proprietà. Questo porterà un notevole risparmio per la pubblica amministrazione e per il cittadino che non sarà più costretto a recarsi a sporgere denuncia.
Altro vantaggio innegabile è la sicurezza di un documento digitale rispetto ad un documento cartaceo, infatti questo non può essere contraffatto. Ne viene di conseguenza che ci sarà un maggiore contrasto alle truffe verso i cittadini.
Si assisterà ad un profondo cambiamento nelle modalità di gestione delle pratiche auto, tanto per gli operatori professionali quanto per la Pubblica Amministrazione, con una significativa riduzione degli adempimenti ed un altrettanto significativo innalzamento del livello di servizio e di sicurezza erogato ai cittadini-utenti.
—-AGGIORNAMENTO DEL 17/10/2015—–
Non è tutto oro quello che luccica.
A distanza di due settimane dall’entrata in vigore delle nuove modalità operative per la digitalizzazione del certificato di proprietà digitale, ci siamo resi conto che il sistema presenta una serie di lacune, sia a livello teorico, che a livello software/pratico. Questo ci lascia supporre che la manovra dell’Aci sia stata attuata di fretta e furia, per far fronte alla riforma Madia ( per chi non lo sapesse si tratta della legge che prevede l’eliminazione del P.r.a., retto da ACI, l’unificazione dei due archivi P.r.a. e Motorizzazione e la creazione di un unico documento per i veicoli che certifichi sia le caratteristiche del veicolo, sia la proprietà), facendo leva sul risparmio per la Pubblica Amministrazione e sul beneficio per l’ambiente eliminando la carta. Peccato che non sia come ci hanno fatto credere…
Solo per citare alcune lacune:
– Risparmio per la Pubblica Amministrazione: chi risparmia è solo ACI, che evita di far stampare il supporto cartaceo per il certificato di proprietà, si stima che risparmino 30 Milioni di fogli l’anno di carta 115 gr/mq, filigranata con bollino olografico, colorata fronte/retro, lascio fare a voi il calcolo… Ricordo che fino ad oggi ACI aveva incluso il costo di tali supporti cartacei in quella voce definita come “emolumenti” che si pagano per ogni operazione effettuata. Dall’entrata in vigore del CDPD, non abbiamo visto decurtare tale importo. Come mai!?
– Benefici per l’ambiente: Che bello! Risparmiare 30 Milioni di fogli di carta, il loro processo produttivo, l’inchiostro per la stampa, il trasporto, ecc..!! Un beneficio notevole per l’ambiente! Peccato! Già, perché anche qui l’ACI ha toppato… A fronte di un solo foglio necessario in precedenza oggi ne dobbiamo usare 3, se non 4 o addirittura 5!! Già… Perché è vero che il Certificato di Proprietà è digitale, ma è sempre necessario allegarlo alla formalità richiesta e quindi va stampato, inoltre Aci ha pensato bene di obbligarci a precompilare il modello di richiesta tramite il proprio potale (con notevole dispendio di energie e tempo) e, non si sa come mai, non è stata capace di inserire tutto nel solito foglio, stampando uno, se non due allegati, oltre al fronte del CDPD e al retro precompilato. Inoltre ha previsto l’aggiunta di un ulteriore foglio, dove il proprietario o chi delegato dallo stesso, delega un’ulteriore soggetto all’utilizzo del CDPD… Ed è così che si vanificano tutti i buoni propositi ecologisti. Parlando di soldi, la produzione di questi documenti è a carico del soggetto privato che svolge attività di consulenza… Ditemi voi se è una cosa normale…
– Il software: Aci ha messo a disposizione un software WEB based che presenta molti problemi, da errori di impaginazione a errori più gravi di problematiche relative a caratteri speciali non riconosciuti. Facciamo l’esempio della “Ditta Rossi di Mario & Figli Srl”. Il sistema non riconosce il carattere “&” che deve essere necessariamente trasformato se si vuole procedere… La compilazione riporterà “Ditta Rossi di Mario E Figli Srl” magari un piccolo errore, ma formalmente non è corretto. Ancor più grave, secondo me, la mancanza di comunicazione, sia con gli utenti professionali, sia con le software house! Basta pensare che il primo manuale sull’utilizzo del portale è uscito il venerdì 2 ottobre, con entrata in vigore del nuovo sistema dal 5 ottobre. Inoltre il manuale riportava semplicemente la lista dei campi che avremmo trovato nel portale e poco di più… L’utilità!?
Non mi soffermo ancora perché dovrei scrivere un libro sull’inefficienza e la mala organizzazione dell’ACI.
Concludo dicendo Grazie ACI! Sai sempre come fare i tuoi interessi, fregandotene altamente di tutte quelle persone che lavorano seriamente e investono nel settore della Consulenza Automobilistica.